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    Gli Organi di San Valentino

  • L’arte organaria abruzzese può vantare numerosi esempi di notevole qualità fonica ed artistica, manufatti che si sono distinti per il criterio costruttivo delle parti meccaniche nonché per l’aspetto artistico delle casse. L’organo non è stato soltanto un prezioso oggetto d’arte, ma anche lo strumento intorno al quale si è riunita per secoli l’intera comunità locale in occasione dei riti religiosi e delle festività, rapprensentandone l’anima più profonda, il suo passato, la sua storia.

    A San Valentino in A.C. sono presenti ben quattro organi storici di notevole fattura, primo fra tutti quello presente nel Duomo di San Valentino e San Damiano.
    Questo organo può essere annoverato fra quelli più importanti in Italia per le sue caratteristiche tecniche e costruttive, in via di restauro. L’autore di questo prezioso manufatto sonoro è Tommaso Cefalo nella prima metà del settecento, raffinatissimo e sapiente organaro locale formatosi presso le migliori maestranze d’epoca seguendo gli influssi della Scuola neoclassica veneta e d’oltralpe, e quella dei celeberrimi organari marchigiani, i Fedeli di Camerino, molto attivi in Abruzzo nel Lazio e in Umbria sin dai primi decenni del XVIII secolo.

    Un altro organo lo troviamo nella Chiesa di San Donato, dove l’autore è Quirico Gennari e la data di costruzione il 1819.
    Lo strumento è posto in cantoria, sopra l’ingresso principale.
    La cantoria è in muratura, sorretta da due colonne e presenta un parapetto mistilineo convesso al centro, con specchiature scorniciate e motivi decorativi a rilievo dorati. Il prospetto è ad unica campata con profilo piatto, fiancheggiato da due paraste scorniciate e sovrastato da un cornicione rettilineo. Le canne di facciata sono 17, di stagno e sono distribuite in un'unica campata a cuspide con ali. Sul fondo della secreta del somiere maestro, a destra, è presente un cartiglio manoscritto ad inchiostro: “Quiricus Gennari Venetiis ortus, in civitate Anxani / nunc moram degens; ope, labore, industria Rev. Di Sacerdotis D. Emygdii Botti / montis mortuorum procuratoris, necnon Admodum Rev.di Abatis hujus / Ecclesiae S.i Donati D. Thome Chiacchia Rectoris ejusdem montis, hoc / opus construxit A.D. 1819”.

    Nella Chiesa di Sant’Antonio Abate aveva sede un organo di autore anonimo, sicuramente di scuola napoletana del XVIII, già posto nella cantoria lignea sopra l’ingresso della chiesa, adesso nella Parrocchiale dei SS. Valentino e Damiano, dove affascina chi lo ascolta suonare nei diversi concerti durante tutto l’anno.
    La cassa è in legno, il prospetto è a tre campate, divise da quattro lesene scanalate e dorate su fondo verde-azzurro, con profilo piatto. Nelle due campate esterne ci sono festoni lignei intagliati e dorati, riproducenti motivi floreali. Le canne di facciata sono 19, di stagno, distribuite nelle tre campate in altrettante cuspidi. 

    Se ci si sposta nella Chiesa di San Nicola da Tolentino si trova l'organo di Quirico Gennari costruito nel 1830, posto in cantoria, sopra l’ingresso principale.
    La cantoria è in muratura, sorretta da una bussola e sormontata da un parapetto ligneo con profilo mistilineo. La grata lignea soprastante è stata in parte smantellata. La cassa è in legno, il prospetto è ligneo ad unica campata, con profilo curvilineo, fiancheggiato da lesene e decorato con motivi floreali intagliati o incisi su fondo verde o policromo. Sul cornicione vi sono i simboli dell’ordine degli Agostiniani. Sul fondo della secreta del somiere maestro, a sinistra, è presente l’iscrizione manoscrtitta ad inchiostro: "Quirico Gennari fece in Lanciano / 1830”.