La facciata del Duomo di San Valentino fa da sfondo alla stupenda fontana detta del “Sansone”.
Essa si compone di quattro vasche sostenute da leoni minacciosi (fascia inferiore), di una statua alla sommità raffigurante il possente Sansone, ritratto nel gesto di divincolarsi dai legacci, come confermano i nodi stretti ai polsi, plasticità in cui la severità del metallo lascia spazio a un elaboratissimo repertorio ispirato al mondo vegetale (fascia centrale). Sul semplice drappo legato in vita, a coprirgli parzialmente la parte inferiore del corpo, la statua presenta l’iscrizione della fonderia produttrice: Walter MacFarlane & C. Glasgow.
Il manufatto reca, dunque, la firma della rinomata fonderia scozzese, salita alla ribalta nel corso dell’Ottocento e divenuta nel tempo la più prolifica compagnia al mondo per lavori di architettura in fusione di ghisa. Il suo distintivo marchio commerciale è riconoscibile ancora oggi su fontane, serre, panchine, lampioni, chioschi musicali sparsi per il pianeta, in particolare in America latina, India e Australia. Alcune tavole contenute in un catalogo novecentesco della MacFarlane, conservato presso l’archivio della Fondazione Neri, dimostrano come anche la fontana di San Valentino rientrasse nella cosiddetta tipologia delle drinking fountains, fontane pubbliche, diffuse soprattutto in Gran Bretagna, dotate di bicchieri fissati al manufatto con catenelle metalliche per dissetare i passanti.
Una fontana identica è stata documentata nella località scozzese di Hoddington East Lothian e un’altra, molto simile, a Fleetwood nel Lancashire.