Attraverseremo la Valle Giumentina, nel cuore dell'Abruzzo più autentico, alla scoperta della straordinaria biodiversità della Majella e della sua storia plurimillenaria che racconta anche di monaci eremiti che tra le valli di questa montagna si ritiravano in solitudine.
Ci caleremo nell'antico mondo contadino e pastorale che popolò questa valle dove ancora oggi possiamo incontrare qua e là terrazzamenti e capanne in pietra, immersi in un silenzio un tempo rotto soltanto dall'ululare dei lupi. La Majella, il Morrone, il Sirente e il Gran Sasso ci accompagneranno lungo tutto il nostro cammino regalandoci panorami unici.
E nelle giornate particolarmente limpide, potremo scorgere anche il Mare Adriatico.
Proseguiremo poi fino all'Eremo di San Bartolomeo in Legio, meta della nostra escursione nella Valle Giumentina, adagiato su un balcone di roccia naturale. Sorprende osservare come l’uomo sia riuscito a sfruttare sapientemente una cavità naturale per ricavarne i vani che ospitano una chiesa, con l’altare e la nicchia in cui è conservata la statua lignea di San Bartolomeo e una cella eremitica. A questo luogo sono inoltre legate leggende e tradizioni ed è infatti uno dei luoghi più amati dalle popolazioni locali.
Tanti furono gli eremiti che nel corso dei secoli scelsero la Majella per ritirarsi in solitudine, ma fra tutti la figura più emblematica è sicuramente Pietro da Morrone divenuto famoso come Papa Celestino V, il Papa del gran rifiuto. A lui sono legati alcuni degli eremi più belli e meglio conservati oggi candidati all’UNESCO per ottenere il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità, fra cui proprio San Bartolomeo. Pietro da Morrone realizzò quest'Eremo intorno al 1250 su un antico luogo eremitico ormai in rovina e qui visse tra il 1274 e il 1276 assieme ad alcuni discepoli.